BATTERIE TRAZIONE

 Le batterie trazione trovano applicazione in svariati ambiti: fra i più noti, le batterie elettriche per carrelli elevatori, muletti, sollevatori, transpallet, piattaforme elevatrici, macchine per le pulizie, piccoli veicoli elettrici, ecc.

Le batterie trazione sono caratterizzate da diverse dimensioni e capacità. Le dimensioni e la capacità appropriate dipendono da vari fattori, ad esempio il tipo di lavoro (pesante o leggero, conduzione o elevazione, ecc.), oppure l’ambiente in cui il carrello si trova ad operare (temperatura ambientale, condizioni e pulizia della pavimentazione, ecc.). A seconda delle circostanze essere necessario un tipo specifico di batteria anziché un altro per poter ottenere il massimo rendimento.

 

Le batterie «tradizionali» piombo-acido

All’interno di ogni elemento, costituito da un contenitore in polipropilene, sono presenti, immerse in una soluzione di acqua e acido solforico, detta elettrolito, delle piastre positive e negative mantenute tra loro separate da separatori microporosi ad elevata conducibilità ionica. Le piastre negative sono costituite da griglie in lega di piombo sulle quali è presente piombo di tipo spugnoso.
Le piastre positive consistono in una serie di tubetti cilindrici disposti verticalmente; ogni tubetto ha un asse costituito da un conduttore in piombo attorno al quale viene disposta la materia attiva, composta da biossido di piombo. Durante la ricarica viene consumata una quantità di acqua dell’elettrolito che fuoriesce dalla batteria sotto forma di ossigeno e idrogeno. Ogni circa 10 giorni/cicli è necessario effettuare il rabbocco. 

 

Carica e scarica di una batteria piombo acido

Durante la fase di scarica lo zolfo presente nell’acido solforico si combina con il piombo delle piastre positive e negative formando solfato di piombo che ricopre sia le piastre positive che negative. Di conseguenza diminuisce la percentuale di acido solforico presente nell’elettrolito (quindi la densità dell’elettrolito). A batteria scarica la densità dell’elettrolito può scendere sino a 1,14 Kg/dm3 mentre la tensione misurata ai morsetti della batteria è compresa tra 1,9 e 1,95Volt. Durante la ricarica, la corrente, che viene fatta circolare nell’elemento, stacca lo zolfo dagli elettrodi che ritornano alle condizioni iniziali (piombo spugnoso e biossido di piombo). Durante questa reazione viene consumata una quantità di acqua dell’elettrolito che fuoriesce dalla batteria sotto forma di ossigeno e idrogeno. Durante la ricarica, la tensione dell’elemento deve superare i 2,4Volt (sino a 2,7 ‐ 2,8Volt con batterie nuove), valore in corrispondenza del quale il fenomeno della fuoriuscita di acqua (gorgoglio dell’elettrolita) diviene molto intenso. A fine ricarica, staccato il caricabatteria, la tensione misurabile ai capi degli elementi è pari a 2,1V. La perdita di acqua durante la ricarica è causa dell’abbassamento del livello dell’elettrolita e della necessità di rabboccare periodicamente la batteria con acqua demineralizzata. 

I vari tipi di elementi per batterie presenti sul mercato:

  • PzS elemento DIN (a volte di trova anche PzSW per elementi saldati)
  • PzB elemento BRITISH STANDARD
  • PzV elementi al gel
  • CSM : elemento al rame

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